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Ruvo e S. Rita. Il culto nella Chiesa del Carmine e nella Chiesa del Redentore

Martedì 22 Maggio si celebra la festa liturgica di S. Rita da Cascia, la religiosa agostiniana definita da molti “santa degli impossibili”.

La tradizione ci racconta che, portata alla vita religiosa, fu data in sposa ad un uomo brutale e violento che, convertito da lei , venne in seguito ucciso per una vendetta. I due figli giurarono di vendicarlo e Rita, non riuscendo a dissuaderli, pregò Dio di farli piuttosto morire. Quando ciò si verificò, Rita si ritirò nel locale monastero delle Agostiniane di Santa Maria Maddalena. Qui condusse una santa vita con una particolare spiritualità in cui veniva privilegiata la Passione di Cristo. Durante un’estasi ricevette una speciale stigmata sulla fronte di una delle spine della corona di Cristo, che le rimase fino alla morte. La sua esistenza di moglie di madre cristiana, segnata dal dolore e dalle miserie umane, è ancora oggi un esempio.

Sono numerose le statue e le raffigurazioni della Santa nelle Chiese ruvesi e grande è la devozione che il popolo nutre nei suoi confronti, tanto che la messa in suo onore del 22 Maggio era stata inserita da Mons. A. De Palo tra le “Messe “Proprie” della Diocesi di Ruvo”.

Una statua che raffigura la santa agostiniana in preghiera è collocata nella cappella della B.V. Desolata della Chiesa di S. Domenico mentre un’altra è posta in una nicchia sulla parete destra della Chiesa dei SS. Medici.

A parte queste due testimonianze, la devozione dei ruvesi si concentra soprattutto nella Chiesa del Carmine e nella Chiesa del SS. Redentore che da anni organizzano novene e tridui di preghiera e altri eventi collaterali.

Nella Chiesa del Carmine si venera, nella piccola nicchia accanto alla porta di ingresso laterale, una statua di S. Rita raffigurata in piedi e con il crocifisso nelle mani. Sotto la nicchia si legge in un’iscrizione: “A devozione dei coniugi A. Altamura”. Nella Chiesa si venera anche una statuetta in argento della santa agostiniana, donata dalla nobildonna Annina Caputi Jambrenghi, posta sull’altare maggiore nel giorno della festa liturgica.

Tradizionalmente nella serata del 21 Maggio si tiene nella Chiesa un recital musicale, organizzato dall’Arciconfraternita del Carmine, sulla vita della Santa che, quest’anno, vedrà la partecipazione del soprano Maria Francesca Di Bisceglie e dell’Orchestra “Don Tonino Bello” della Scuola Secondaria di I Grado “Carducci-Giovanni XXIII” diretta dal Maestro Rocco di Rella. Durante la Messa vespertina del 22 si tiene la tradizionale benedizione delle Rose, simbolo di uno dei miracoli della Santa, e del “Pane di S. Rita” offerto ai fedeli da una famiglia devota alla “Santa degli impossibili”.

Come già detto, anche nella Chiesa del Redentore si venera una statua di S. Rita. Salvatore Bernocco, nel suo libro “La Chiesa del SS.Redentore in Ruvo – Cento anni di vita pastorale” racconta, in merito, che la statua fu donata alla parrocchia il 22 maggio del 1953 a devozione di Antonietta Cotugno-Testini, che in aggiunta offrì Lire 10.000.

In un foglietto ritrovato nell’Archivio parrocchiale si legge, inoltre, che “l’associazione delle donne cattoliche aggiunse Lire 15.000 e si comperò la lumiera” mentre “Madrina fu la signora Concetta Barile, padrino il direttore di quei tempo del Banco di Napoli”. La statua è stata restaurata dai leccesi Zappatore – Galati nei mesi estivi del 2010.

Anche nella Chiesa del Redentore, il 22 si tiene, durante la S. Messa, la benedizione delle rose che proprio nel mese di maggio fioriscono.

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